L’Italia e la Fibra Ottica

Fibra Ottica

Il tempo stimato per la lettura di questo post è di 2 minuti e 2 secondi

Cose che succedono solo da noi

In quale altro Paese europeo, infatti, che non fosse l’Italia, si affiderebbe, ad un monopolista di fatto, di un settore strategico come quello dell’energia elettrica, la possbilità di entrare anche in un altro importante mercato, altrettanto strategico, come quello delle telecomunicazioni, ed in quest’ambito, in quello della Fibra Ottica in tecnologia FTTH - Fiber To The Home, in particolare, che ne rappresenta il futuro?

Quello riportato nell’articolo, più avanti, non sarà un dato aggionatissimo, ma certo è anomalo tenere fuori la Telecom, oggi TIM, da un rilancio finanziato dallo Stato della tecnologia su Fibra. Non vi pare?

E’ come se chiedessero alla Telecom, oggi TIM, di creare una nuova centrale termo nucleare. E di rivendere l’energia da questa prodotta a dei competitor di Enel. Finanziando, quasi tutto, con i soldi pubblici dello Stato.

Perché dei 5,5 miliardi che il progetto prevede, ben 3,5 miliardi non li metterà né Enel (che ne investirà solo 2,5) né Vodafone (che ne investirà 0) né Wind (che ne investirà 0), ma sarà lo Stato, cioè il Governo ad aiutare, con tale ingente finanziamento, di fatto, una sola azienda, la monopolista Enel, che non ha, peraltro, alcun know how, su questo specifico mercato, con il rischio di creare un’infrastruttura sicuramente:

  • costosa,
  • che non si pone alcun problema di creare sinergie con gli altri progetti di posa della Fibra Ottica già esistenti in Italia,
  • come quello già in fase di attuazione di Telecom Italia oggi TIM,
  • quello di Fastweb, che comunque ha una sua rete,
  • ed anche quello di Vodafone, che ha anche lei un suo progetto.

Cosa che un progetto finanziato dal governo, avrebbe, invece, l’obbligo di fare, al fine di minimizzare gli impatti sulle tasche dei contribuenti.

Considerando il rischio di creare diseconomie, sovrapposizioni, duplicazioni.

In una parola? Sprechi.

Invece no.

Qui il goeverno decide di aiutare un’azienda ed una sola.

Enel, che già di fatto, lo ribadisco, gode di una posizione di azienda incumbment nel mercato dell’energia elettrica.

Si, certo, Enel OpEn Fiber ha assunto Stefano Paggi, l’ex capo della Rete di Telecom Italia, ma per creare un’infrastruttura del genere non serve solo un capo, ma tutta una rete di persone, in possesso dell’articolato sistema professionale delle competenze, necessarie per mettere a terra una progetto così ambizioso.

Quella gente, quel know how, che in Telecom Italia, oggi TIM, c’è.

Un know how che, anzi, per la precisione, diciamo che è nato, e che si è sviluppato, quasi esclusivamente, in questa azienda.

Vedendo la storia di Renzi, mi chiedo.

Ma non è che anche questo annuncio, è, alla fine, un annuncio propoagandistico, come molti altri da lui fatti, proiettato nel futuro, mentre in realtà, al momento, l’unica cosa certa resta il progetto di Telecom, oggi TIM, così ingiustamente tenuta fuori da questa manovra?

Progetto sul quale, peraltro, Telecom Italia, oggi TIM, tramite Roberto Opilio, l’attuale capo della Rete Telecom, oggi TIM, difendendo quello già in fase di implementazione, a sua cura, ha già manifestato considerevoli perplessità, anche in termini di effettiva utilità per il Paese.

Qui, un mio video realizzato nel 2013 per la formazione del 187, sul tema Fiber to the home.


#savetelecom

Chi è l'autore del post

Roberto Bernabò
Roberto Bernabò
Roberto Bernabò, napoletano, formazione umanista, naturalizzato a Roma, appassionato di web, esperto di siti WordPress e cineblogger.
È editore di internet dal 2004. Scrive di Knowledge Management, Social Enterprise ed analisi di film.
Il suo lavoro ha a che fare con la Customer Experience.